Inadempimento contrattuale, infortunio o sinistro stradale sono esempi di eventi che provocano un danno patrimoniale, per i quali è possibile chiedere un risarcimento.
Lo stesso vale nel caso di compravendita di un immobile, che potrebbe presentare vizi e difetti che emergono solo dopo il rogito: in questi casi ci si può rivalere sul venditore ma, attenzione, solo a determinate condizioni. Se hai dubbi o perplessità, non esitare a contattare gli esperti di Telemutuo.
Vediamo allora in dettaglio che cos’è il danno patrimoniale, come funziona e come fare domanda di risarcimento danni.
Quando un evento danneggia economicamente un individuo, si parla di danno patrimoniale, ovvero di danno che colpisce direttamente i beni della persona danneggiata, quindi il suo patrimonio economico.
Il danno patrimoniale, che deve essere dimostrabile per essere valido dal punto di vista giuridico, viene distinto in due tipologie: danno emergente e lucro cessante. Analizziamole nel dettaglio.
Il danno emergente è inteso come una diminuzione del patrimonio: si ha quando l’individuo danneggiato subisce una perdita diretta dovuta a inadempienza o illecito di un’altra persona.
Per esempio, il danno emergente che deriva da un sinistro stradale è legato al costo della riparazione dell’auto. Anche quando un individuo acquista un bene e questo non gli viene consegnato, il soggetto subisce un danno emergente.
Il lucro cessante, invece, è legato alla mancata capacità di guadagno da parte della persona che ha subito il danno per inadempimento contrattuale o illecito del terzo.
Il Codice Civile afferma che “il lucro cessante è valutato dal giudice con equo apprezzamento delle circostanze del caso”. Spetta al soggetto danneggiato il dovere di dimostrare che esiste un nesso causale tra il comportamento illecito e il danno.
Per capire meglio la differenza, facciamo l’esempio di un commerciante che acquista la merce, ma il corriere perde il carico. Il commerciante subisce sia un danno emergente, perché deve riacquistare la merce, sia un lucro cessante, derivante dalla perdita di profitto che avrebbe potuto ottenere vendendo la merce smarrita.
Si può dire che il danno emergente e il lucro cessante possono essere l’uno la conseguenza dell’altro e devono essere tenuti in considerazione per il calcolo del risarcimento del danno patrimoniale.
Il risarcimento del danno è previsto dal Codice Civile, il quale stabilisce che “qualunque fatto doloso o colposo, che cagiona ad altri un danno ingiusto, obbliga colui che ha commesso il fatto a risarcire il danno”.
Il risarcimento del danno consiste quindi in una somma di denaro dovuta alla vittima a seguito di un illecito.
Come accennato in precedenza, però, la persona che ha commesso l’illecito è obbligata al risarcimento solo se la sua condotta è collegata all'evento dannoso. Se esiste quindi un nesso di causalità tra il comportamento e il danno.
Come fare domanda di risarcimento del danno? In generale, come primo step, è meglio procedere per via bonaria, mandando una lettera di diffida tramite un avvocato. Di fronte a un eventuale diniego o ad una mancata risposta, si può avviare una causa di fronte all’autorità giudiziaria competente, ovvero il tribunale oppure il giudice di pace.
Per poter fare richiesta di risarcimento del danno patrimoniale, si deve presentare tutta la documentazione che prova le spese sostenute in seguito alla perdita subita. In questo modo è possibile dimostrare che l’evento è stato determinato da un illecito di terzi e che esiste una relazione di causa-effetto tra l’illecito e il danno subito.
In pratica, la differenza sostanziale è che i danni patrimoniali si riferiscono a beni economici, mentre i danni non patrimoniali derivano dalla violazione di diritti della persona, come la salute.
Se inizialmente abbiamo visto che il danno patrimoniale si divide in emergente e lucro cessante, anche il danno non patrimoniale viene suddiviso in due tipologie: biologico e morale.
Il danno biologico è il danno alla salute di una persona. Nello specifico si tratta di una lesione all’integrità psico-fisica del soggetto danneggiato.
Il danno morale è la sofferenza interiore patita dalla persona danneggiata. A differenza del danno biologico, dimostrabile tramite controlli medici, il danno morale è più difficile da comprovare trattandosi di patimento interiore.
La Corte di Cassazione, infatti, ha affermato che per quantificare la sofferenza subita e risarcire il danno morale, la persona danneggiata deve fornire elementi di prova aggiuntivi rispetto a quelli richiesti per il danno biologico.