L'italiano che pur vivendo in Italia decide di lavorare oltre confine ha le sue buone ragioni. Reddito maggiore e aziende più stabili. Cioè elementi che dovrebbero favorire la concessione di un mutuo.
Invece le banche si rivelano spesso poco favorevoli a rilasciare mutui ai frontalieri. Da dove nascono le difficoltà?
Indice della pagina:
1. Il rischio di cambio
2. Il limite della scarsa conoscenza delle norme estere
3. Difficoltà nella lettura dei documenti
E' tipicamente quello di chi lavora in Svizzera. A cui presumibilmente verrà da ridere sentendo parlare di rischio di cambio su redditi ottenuti in Franchi Svizzeri.
Ci mancherebbe, almeno teoricamente esiste. Ovvio che la busta paga in Franchi vada trasformata in Euro per mantenersi in Italia. E se l'Euro si rafforzasse sul Franco, il potere di acquisto nella vita della famiglia sul nostro territorio calerebbe, alterando anche la capacità di rimborso del mutuo da parte del frontaliere.
Si tratta di un limite che stante la congiuntura attuale appare ridicolo, ma sui lunghi periodi tutto può succedere ed è successo, così alcune banche preferiscono non correre rischi rinunciando a concedere mutui ai frontalieri.
Questo rappresenta probabilmente il problema maggiore nella concessione di mutui ai transfrontalieri. D'altra parte è naturale per un direttore bancario italiano conoscere piuttosto bene i rischi dell'impiego presso le aziende nazionali, anche solo per sperimentazione diretta.
Come ci si regola all'estero? Il più delle volte la conoscenza avviene per "sentito dire" o sulla scorta dell'esperienza di un singolo, mancando riferimenti ufficiali e soprattutto un'esperienza consolidata.
Comprensibilmente la banca che concede il mutuo non può accontentarsi di rilevare l'entità del reddito ma vuole anche capire a quali garanzie di continuità è collegato. Quando e perché si può licenziare un dipendente all'estero? Fino a che punto lo stipendio può venire modificato sfavorevolmente dal datore di lavoro? Come si fa a verificare l'affidabilità dell'azienda presso cui è impiegato il lavoratore?
Questi e altri quesiti, facili da esaurire nel caso delle relazioni sviluppate su territorio italiano, diventano motivo di preoccupazione.
Poiché un approfondimento presso gli specifici stati esteri e la relativa produzione di documentazione e direttive di riferimento rappresenterebbe un costo enorme, non giustificato dalla limitata dimensione dei mercati coinvolti, la tendenza generale delle banche è quella di escludere la concessione di mutui a transfrontalieri, salvo non vengano contemporaneamente garantiti da soggetti che lavorano in Italia.
Sembra banale ma nella realtà non lo è per nulla. Mentre qualsiasi gestore bancario non avrà difficoltà a estrarre i dati reddituali da busta paga italiana e modello CUD, la stessa cosa non può dirsi della documentazione rilasciata presso uno stato estero.
Per non parlare di quella redatta in lingua straniera, per cui pochi si arrischiano a una traduzione che se errata li renderebbe passibili di richiamo da parte della banca per cui lavorano.
Fortunatamente esistono banche favorevoli alla concessione di mutui ai frontalieri, per lo meno presso alcune filiali ubicate lungo il confine che hanno maturato un certo grado di specializzazione al riguardo.
L'assistenza di un consulente TeleMutuo favorirà il reperimento di personale bancario qualificato, comunque presso istituti di credito che propongono condizioni di mutuo concorrenziali.