Quando si accende un mutuo per l’acquisto di un immobile o si firma un contratto di locazione spesso capita di sentir parlare di fideiussione.
Di cosa si tratta? E in che modo è correlata al mutuo e all’affitto? Vediamolo insieme in questa guida.
La fideiussione (o fidejussione) consiste in una garanzia tramite la quale un soggetto chiamato fideiussore si pone come garante nei confronti dell’importo che il debitore deve saldare al creditore: scopo principale della fideiussione è, appunto, quello di rappresentare una garanzia di pagamento.
A differenza dell’ipoteca, nel caso di fideiussione la garanzia non si basa su un bene specifico ma sull’intero patrimonio del garante-fideiussore.
Come accennato, i soggetti coinvolti nella fideiussione sono:
Nel caso si intenda richiedere un mutuo la fideiussione rappresenta una delle garanzie maggiormente richieste soprattutto quando il richiedente è titolare di un contratto di lavoro atipico o quando l’importo del finanziamento supera il valore massimo che può essere richiesto: in ogni caso, la fideiussione è una garanzia aggiuntiva che non va a modificare in alcun modo la natura del mutuo ipotecario.
Generalmente chi si accolla il debito in caso di inadempienza del mutuatario è un suo familiare il quale sarà debitore nei confronti della Banca ma solo per un importo stabilito che non potrà essere superiore dell’intero importo erogato come previsto dall’articolo 1941 del Codice Civile.
Nel caso il mutuatario presenti falsa documentazione per ottenere il mutuo o si verifichi un grave ritardo o un mancato pagamento delle rate del mutuo il creditore potrà rivalersi sul fideiussore pretendendo il rimborso immediato dell’importo per il quale si è impegnato, anche rivalendosi sui suoi beni se sarà necessario.
La fideiussione ha carattere ereditario per cui in caso di decesso del fideiussore questa passerà ai suoi eredi (a meno che l’eredità non venga rifiutata).
L’ordinamento civile italiano prevede diverse forme di fideiussione a seconda della motivazione per cui vengono richieste.
Le tipologie principali sono la fideiussione bancaria, la fideiussione per rimborso IVA e la fideiussione omnibus; inoltre, la fideiussione è prevista anche come garanzia al contratto di locazione.
La fideiussione bancaria consiste nella richiesta di garanzia alla banca e può essere concessa su richiesta del debitore. Indipendentemente che si tratti di una persona fisica o di una società essa può essere di due tipologie:
Nei casi in cui l’IVA sia a credito dello Stato ai contribuenti è concesso richiedere il rimborso parziale o totale del credito infrannuale o annuale: per ottenere tale rimborso sarà necessario stipulare una fideiussione assicurativa o bancaria che garantisca la correttezza e la veridicità della documentazione fornita all’Agenzia delle Entrate la quale condurrà le dovute verifiche e se lo riterrà opportuno erogherà il rimborso.
La fideiussione omnibus consiste nell’impegno da parte di un terzo soggetto a garantire tutte le obbligazioni che il debitore assumerà nei confronti di uno o più creditori: questo comporta che, a differenza della fideiussione ordinaria, la garanzia del fideiussore non è limitata ad un certo debito ma si estende a tutti i debiti presenti o futuri relativi a qualsiasi operazione bancaria.
Nel caso della fideiussione omnibus al momento della stipula del contratto viene stabilito l’importo massimo entro cui si applica la tutela.
L’ultima tipologia di fideiussione riguarda quella legata alla garanzia d’affitto, tutela che il locatore può richiedere ed applicare per avere ulteriori garanzie rispetto a quelle fornite da un privato: in questo caso, infatti, il contratto stipulato con la banca o l’assicurazione - obbligate in solido con il debitore - comporterà l’impegno da parte di quest’ultime a corrispondere i canoni di locazione nel caso di insolvenza da parte del conduttore.
Indipendentemente che la richiesta di fideiussione provenga da una persona fisica o giuridica, sono previsti diversi costi da affrontare per entrambe le tipologie di fideiussione bancaria.
Innanzitutto, entrambe hanno un costo di apertura della pratica che deve essere corrisposto dal debitore: egli dovrà anche destinare una certa somma a titolo di garanzia oltre che corrispondere le commissioni e i costi di polizza.
Generalmente una polizza di fideiussione prevede una commissione pari all’1% alla quale si devono sommare i tassi di interesse il cui importo è variabile - di solito oscilla tra lo 0,75% e il 3% - e aumenta proporzionalmente all’aumentare della cifra e della durata del prestito.
La fideiussione ha carattere ereditario per cui in caso di decesso del fideiussore questa passerà ai suoi eredi (a meno che l’eredità non venga rifiutata).
I termini di decadenza della fideiussione sono regolamentati dalle norme del Codice Civile summenzionato il quale stabilisce che la fideiussione bancaria ha una durata pari a tutto il tempo in cui è prevista l’obbligazione.
Di conseguenza, nel momento in cui questo debito viene saldato - anche prima della scadenza del contratto - la fideiussione cessa; diversamente, se si raggiunge il termine di scadenza ma il debitore non ha saldato il debito il creditore potrà rivalersi sul garante.