Eredità: quando si sente questa parola si pensa di solito a una circostanza patrimonialmente vantaggiosa.
E così è nella maggior parte dei casi.
Bisogna però ricordare che accettare l'eredità significa anche farsi carico di tutti gli impegni che gravavano sul defunto, debiti inclusi.
Che cosa succede quindi in caso di decesso dell’intestatario del mutuo casa, ovvero di successione ereditaria del mutuo? Esistono diverse casistiche: vediamo come comportarsi di volta in volta.
In base alla legge italiana, in caso di decesso dell’intestatario prima che sia terminato il pagamento delle rate, il mutuo, come gli altri debiti, viene traslato sugli eredi, che di conseguenza devono rispondere del finanziamento per la casa ancora in corso.
Anche la fideiussione viene trasferita con l’eredità: l'eventuale garanzia prestata a tutela di un debito in corso continuerà a sussistere, a carico degli eredi del fideiussore.
Un caso del tutto particolare, poi, riguarda il debito vitalizio ipotecario: un finanziamento impostato in maniera che chi lo contrae non debba rimborsare né capitale né interessi, che risulteranno interamente a carico dei beneficiari dell’eredità. Saranno gli eredi a dover effettuare il rimborso in un’unica soluzione, di solito entro 10 – 12 mesi dalla morte del contraente.
Al momento della dichiarazione di successione il debito residuo del mutuo ipotecario va inserito tra le passività, riducendo così il valore complessivo dell’asse ereditario, su cui si paga l’imposta di successione.
Dopo il cambio di intestazione del mutuo per decesso, gli eredi del defunto devono iniziare a pagare le rate del mutuo con la periodicità prevista dal contratto.
Un’obbligazione “solidale”: ogni erede è obbligato per l’intera somma nei confronti della banca, che potrà rivolgersi anche solo a uno di essi per ottenere il pagamento.
La persona costretta a pagare potrà poi rivalersi nei confronti dei coeredi: in questo caso, cioè nei rapporti interni tra eredi, ognuno è obbligato in proporzione alla propria quota di eredità.
Abbiamo detto che in caso di decesso con mutuo in corso, il finanziamento viene trasferito agli eredi. Di fatto si fa una voltura del mutuo per successione. Ci sono però diverse casistiche possibili. Vediamo come comportarsi di volta in volta.
Il primo aspetto da verificare è se il defunto avesse eventualmente stipulato un’assicurazione mutuo in caso di morte, ovvero una polizza vita, pronta a rispondere di tutte le rate mancanti di fronte all’istituto di credito. In questo caso, in sede di successione gli eredi diventano proprietari dell’immobile, non più gravato dal mutuo.
Se non esiste una polizza vita, gli eredi devono continuare a pagare le rate rimanenti. Bisogna allora trasferire la titolarità del finanziamento attraverso il cosiddetto “accollo del mutuo per successione”: un terzo soggetto subentra nel mutuo in corso, accollandosi il debito.
Come già anticipato, tutti gli eredi sono obbligati in solido nei confronti della banca, secondo il criterio di indivisibilità: chi ottiene anche solo una minima frazione di eredità, indipendentemente dalla quota, in caso di morosità può essere chiamato dalla banca a rispondere dell'intero debito con il proprio patrimonio.
Sarà poi lui a farsi valere presso gli altri eredi, per riscuotere i soldi in base alle dovute proporzioni.
L’accollo di un mutuo tra padre e figlio può essere tutto sommato semplice da gestire, ma quando entrano in gioco tanti eredi, magari con rapporti poco stretti tra loro, la situazione si fa più complicata: in questo caso l’accollo per successione può rivelarsi poco pratico. Meglio, se possibile, evitarlo. L’alternativa può essere quella dell’estinzione anticipata del mutuo.
Se infatti mancano pochi anni al termine del piano di rimborso del mutuo, è probabile che il capitale residuo non sia molto alto. Agli eredi potrebbe convenire l’estinzione anticipata: si raccoglie il capitale necessario e si salda alla banca la cifra dovuta.
A quel punto si procede alla vendita dell’immobile, libero dal finanziamento, e si divide tra eredi la somma ricavata dall’operazione.
Infine, se non si vuole assumere l’impegno del mutuo, una strada da valutare è quella della rinuncia all'eredità, diritto che tra l’altro si prescrive nell’arco di dieci anni. Non si tratta quindi di una decisione da prendere in tempi stretti.
Rinunciare all’eredità significa però rinunciare a tutto, non solo al mutuo e alla casa ad esso legata. Una scelta che può avere senso, se per esempio, oltre al mutuo, ci sono anche altri debiti, tali da superare gli attivi lasciati all’asse ereditario.
Quando si hanno dubbi sull’entità del patrimonio ereditario, e sull’ammontare dei debiti, si può anche accettare l’eredità con beneficio di inventario, fino a concorrenza del valore complessivo dell’attivo ereditario, cioè dei beni lasciati dal defunto.
Abbiamo visto che ci sono diverse casistiche possibili legate all’eventuale decesso dell’intestatario del mutuo casa. La soluzione migliore per chi vuole tutelare al massimo gli eredi, evitando di far gravare su di loro in futuro il peso del finanziamento, è quella dell’assicurazione mutuo in caso di morte, o polizza vita, alla quale abbiamo brevemente accennato. Per chi volesse approfondire il tema e ricevere ulteriori informazioni, gli esperti Telemutuo sono a disposizione gratuitamente in ogni momento.