Una delle migliori garanzie per la tranquillità del debitore di un mutuo fondiario è il divieto imposto alla banca di richiedere l'immediato rimborso dell'intero debito a seguito di rari e modesti ritardi nel pagamento delle rate.
La disciplina sul credito fondiario vieta la temibile azione nel caso di rinvii fino a sei mesi, purché non ripetitivi. Un periodo che permette di fronteggiare anche gravi difficoltà.
La decadenza dal "beneficio del termine", cioè dalla possibilità di rimborsare il debito alle scadenze programmate, può tuttavia essere provocata da specifiche circostanze previste nell'atto di mutuo.
Esse sono contenute di solito nel Capitolato delle Condizioni Generali, che non viene letto dal notaio ma risulta allegato al contratto principale.
Le specificazioni sono piuttosto generiche, evidentemente nell'intento di disporre di appigli adeguati ad autorizzare un azione legale anche prima dei termini previsti dalla legge per i ritardi di pagamento.
Un'ipoteca giudiziale o anche un banale protesto possono determinare così la decadenza dal beneficio del termine con le disastrose conseguenze che ciò comporta.
Ma anche la riduzione del proprio patrimonio, che potrebbe avvenire semplicemente per effetto della donazione di un'abitazione ai propri figli, rientra nelle cause di decadenza.
Ecco perché vale la pena di conoscere bene questi dettagli contrattuali, la cui portata in caso di applicazione si rivelerebbe tutt'altro che trascurabile.