A tutti può capitare un brutto periodo. Se però produce un consistente ritardo nel pagamento di qualche prestito si finisce per risultare "cattivi pagatori" nelle banche dati dei rischi finanziari.
A quel punto diventerà molto difficile ottenere nuovi finanziamenti. E chi eventualmente li concederà pretenderà probabilmente un tasso più alto.
Purtroppo non c'è modo di ottenere la cancellazione della segnalazione. Anzi, bisognerà diffidare assolutamente di chi garantisce di poterlo fare, salvo che siano scaduti i termini per la conservazione dei dati (o si sia rimasti vittime di un raggiro).
Le annotazioni su circostanze antiquate non possono infatti essere mantenute all'infinito. In merito a ciò si è pronunciato il Garante della Privacy, stabilendo dei limiti di tempo per l'archiviazione, così determinati:
Sebbene la cancellazione dei dati dovrebbe avvenire automaticamente alle scadenze previste, spesso capita che le informazioni restino in qualche modo in circolazione.
In tal caso bisognerà verificare da dove sono provenute. Si tratterà necessariamente di una delle Centrali specificate nell'informativa rilasciata dal finanziatore al momento della richiesta del prestito.
Quindi si potrà pretendere la cancellazione dei dati, che andrà effettuata per iscritto con la modulistica messa a disposizione dalla società che amministra la banca dati. O anche dalle associazioni dei consumatori.
La causa del problema rappresenta in sé un'ampia giustificazione?
Per esempio risulta correlata ad un improvviso ricovero in ospedale? Il prestito serviva per pagare dei beni collegati ad una truffa?
In questi casi si potrà sostenere che l'origine del problema non va ricondotta a mancanza di serietà, ma a circostanze estreme. Ovviamente ciò dovrà essere dimostrato da elementi probatori certi (una cartella clinica, le istanze di un'azione legale...).
Se il carattere di eccezionalità della situazione è riconoscibile, la banca non terrà conto delle segnalazioni sfavorevoli delle Centrali dei Rischi.