Uno dei compiti più noiosi per un direttore di banca è presenziare agli atti di mutuo.
D'altra parte egli rappresenta la banca ed è spesso l'unico che dispone dei necessari "poteri di firma", cioè la delega a firmare il contratto per conto dell'istituto di credito.
Tra l'altro il mutuo è redatto con la forma dell'"atto pubblico". Il che significa che il notaio non si accontenterà di autenticare le firme, come accade con le scritture private, ma dovrà ricevere l'atto "in presenza delle parti" accertando la loro volontà (Legge Notarile - Art. 47).
Insomma non ci sono scappatoie. Il monotono compito non potrà essere aggirato o delegato.
Il fatto è che la lettura di una decina di pagine accompagnata da qualche semplice spiegazione ai clienti richiede ogni volta quasi un'oretta e quando la filiale stipula tre o quattro contratti al giorno l'impegno non è da poco.
Considerati i costi degli emolumenti del personale direttivo si tratta anche di un costo globalmente importante per la banca.
Da tutto questo è nata l'idea di stipulare il mutuo mediante un contratto unilaterale, firmato solo dalla parte mutuataria e dagli eventuali garanti. Ciò non limita la facoltà di iscrivere ipoteca e quietanzare la ricezione del denaro.
Operativamente, se non è prevista l'erogazione differita e il contratto viene stipulato nella sede bancaria, sarà subito possibile procedere con l'emissione degli assegni circolari.
Se invece si sceglie di sottoscrivere il contratto nello studio del notaio, quest'ultimo notificherà alla banca l'avvenuta stipula. Essa procederà così ad alimentare il conto corrente del mutuatario con il mutuo, rendendo possibile procedere ai pagamenti con il normale libretto degli assegni.
La scelta di stipulare un contratto unilaterale dipende esclusivamente dalla volontà della banca.
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