Quando si vuole acquistare una casa, tra le informazioni principali che vengono fornite dall’agenzia immobiliare c’è anche la categoria catastale dell’abitazione: che cos’è, perché è importante e qual è la differenza rispetto alla classe catastale?
Prima di approfondire il tema, facciamo una premessa: gli immobili presenti sul territorio italiano devono essere obbligatoriamente registrati e classificati, in base alle loro caratteristiche. Il compito di gestire questi aspetti spetta all'Agenzia delle Entrate, che gestisce le banche dati del catasto.
La categoria catastale, rappresentata da un simbolo composto da una lettera e da un numero, indica la categoria di appartenenza di un edificio in base alla sua destinazione d’uso (abitazione, industria, magazzino, etc.).
Vedremo al termine dell’articolo la classificazione completa, ma intanto facciamo qualche esempio. Le categorie catastali sono in totale 51, suddivise in 6 diversi gruppi: nei gruppi A, B e C rientrano gli immobili a destinazione ordinaria; nel gruppo D gli immobili a destinazione speciale; nel gruppo E gli immobili a destinazione particolare; nel gruppo F le categorie fittizie.
Se un immobile ha categoria catastale A/1 è un’abitazione di tipo signorile, se è A/2 è un’abitazione di tipo civile, se è A/3 è un’abitazione di tipo economico. Se invece appartiene alla categoria A/6 si tratta di un’abitazione di tipo rurale, se rientra nella categoria A/9 è un castello oppure un palazzo di eminenti pregi artistici e storici. E ancora, nella categoria B/2 sono incluse case di cura ed ospedali, nella C/1 negozi e botteghe, nella D/2 alberghi e pensioni e così via.
Conoscere la categoria catastale di un immobile è importante, perché serve a determinare il valore della rendita catastale e quindi a fare il corretto calcolo delle tasse e delle imposte da pagare.
Le agevolazioni previste per la prima casa, per esempio, non sono applicabili alle categorie catastali A/1 ( abitazioni di tipo signorile), A/8 (abitazioni in ville) e A/9 (castelli e palazzi di eminente pregio storico e artistico).
La categoria catastale si differenzia dalla classe catastale: anche se spesso questi due termini vengono utilizzati come sinonimi, essi indicano in realtà due aspetti ben diversi. La categoria catastale esprime la destinazione d’uso di un immobile, mentre la classe catastale indica il livello di produttività dell’immobile stesso.
La classe catastale, che influisce a sua volta sulla rendita catastale, dipende da vari fattori, come la dimensione e posizione dei vani, il livello delle finiture e i servizi in dotazione. E ancora, vengono valutate la luminosità e la funzionalità degli ambienti, oltre alla posizione dell’abitazione, più o meno centrale o magari affacciata su strade di pregio.
Le classi catastali, a differenza delle categorie catastali, vengono decise a livello di singolo Comune, a seconda dei valori di mercato locali, quindi ogni Comune può avere un numero diverso di classi catastali.
In ogni caso la classe catastale è indicata con un numero che va da 1 a n, in ordine crescente all’aumentare della redditività dell’immobile. Se la redditività è omogenea all’interno di una stessa area, si indica la lettera U (unica).
Quando un’unità immobiliare viene costruita, è l'Agenzia delle Entrate ad assegnare la categoria catastale, la quale verrà poi aggiornata ogni volta che interverrà una variazione catastale.
Per conoscere la categoria e la classe catastale di un fabbricato bisogna richiedere la visura catastale di un immobile, servizio online fornito gratuitamente dall'Agenzia delle Entrate.
E’ possibile avere informazioni su terreni e fabbricati presenti sul territorio italiano, tranne le province autonome di Trento e Bolzano.
Come anticipato, le categorie catastali sono suddivise in diversi gruppi, che vanno dalla lettera A alla F. All’interno di ogni gruppo ci sono le singole categorie, in numero variabile, indicate da un numero che va da 1 a n.
Gruppo A
Gruppo B
Gruppo C
Gruppo D
Gruppo E
Gruppo F