Qual è la durata ideale per un mutuo casa? Non esiste una risposta univoca a questa domanda, perché conta molto la situazione personale ed economica di ognuno. In ogni caso, il ventaglio di scelta è ampio, da un minimo di 5 anni a una durata massima di 40: all’interno di questo intervallo il mutuo a 20 anni si può considerare una soluzione intermedia.
Prima di vedere come funziona ed approfondire quali sono i vantaggi e gli svantaggi, ti ricordiamo che puoi fare facilmente tu stesso un preventivo online. Se vorrai, poi, un consulente del credito di Telemutuo ti potrà affiancare gratuitamente, aiutandoti a scegliere il mutuo migliore per te. Contattaci!
Il mutuo a 20 anni, come suggerisce il nome stesso, è un prestito finalizzato all’acquisto di un immobile, il cui piano di ammortamento dura vent’anni: trascorso questo periodo, il finanziamento si può considerare estinto (a patto di aver pagato sempre le rate previste).
I requisiti principali per accedere ad un mutuo casa ventennale sono gli stessi che vengono chiesti per altri tipi di finanziamento: riguardano innanzitutto l’età del mutuatario e la sua affidabilità a livello economico-finanziario.
Nel primo caso, in particolare, per un mutuo a 20 anni è importante è che il piano di rimborso del prestito termini entro il 75° compleanno del mutuatario, anche se alcune banche alzano questa soglia fino all’80° compleanno.
Un mutuo a 20 anni può essere considerato una soluzione conveniente ed equilibrata, perché offre un buon compromesso tra il totale degli interessi pagati e l’importo della rata mensile. Se a livello teorico-matematico il mutuo a 15 anni viene ritenuto la soluzione migliore in assoluto, con un finanziamento ventennale ci si va molto vicini.
Proprio perché può essere considerato una via di mezzo, il mutuo a 20 anni presenta vantaggi e svantaggi, a seconda del finanziamento con cui lo si paragona.
A parità di cifra richiesta e di tasso d’interesse, rispetto ad un prestito di durata superiore, per esempio un mutuo a 30 anni, offre il vantaggio di una minore quantità di interessi da pagare alla banca, ma ha lo svantaggio di una rata mensile più elevata.
Se lo si confronta invece con un mutuo di durata inferiore, per esempio 10 anni, la situazione è esattamente opposta: il mutuo a 20 anni offre il vantaggio di una rata inferiore, ma lo svantaggio di una quota di interessi più elevata da pagare.
Facciamo un esempio concreto, per chi vuole ottenere un mutuo da 200.000 euro con un tasso d’interesse al 3%.
Come abbiamo anticipato, la scelta della durata di un mutuo, al di là dei calcoli matematici che si possono fare, spesso è molto soggettiva, soprattutto nel caso del mutuo a 20 anni, che offre aspetti positivi e negativi a seconda del punto di vista.
In linea generale questa soluzione è consigliabile per chi pensa di chiedere in prestito una cifra considerevole per l’acquisto dell’abitazione, ma non vuole pagare troppi interessi, come avverrebbe con un mutuo di 25 o 30 anni: va da sé che bisogna dimostrare alla banca di poter pagare la rata che ne deriva, il cui importo non deve di solito essere superiore a un terzo del proprio reddito.
Il mutuo a 20 anni può essere indicato anche per chi vuole assicurarsi uno stile di vita sostenibile rispetto a ciò che accadrebbe scegliendo una durata più breve: anche a costo di pagare più interessi, si eviteranno così le preoccupazioni future che deriverebbero da una rata più elevata e si vivrà più serenamente, soprattutto se si sta acquistando la prima casa e magari si può anche godere delle agevolazioni previste per gli under 36.
A sostegno di questa tesi, bisogna anche considerare che, con il passare del tempo, l’incidenza della rata sul bilancio familiare diminuirà progressivamente man mano che il reddito aumenterà.
Al contrario, il mutuo ventennalepuò non essere conveniente se già si pensa di vendere la casa dopo pochi anni oppure di estinguere a breve il finanziamento, anche solo parzialmente: in entrambi i casi ci si troverebbe a chiudere un prestito ancora elevato, avendo fondamentalmente pagato solo interessi, senza rimborsare il capitale, come accade all’inizio del piano di ammortamento alla francese.
Infine, se si sta acquistando un immobile da mettere a reddito, un mutuo ventennale va valutato in base alla rata che si deve pagare e al relativo affitto che si prevede di incassare.
Tutte queste valutazioni sono comunque da incrociare anche con la situazione contingente dei tassi di interesse. In teoria, infatti, considerato l’andamento dell’Euribor negli ultimi anni, di fronte a una lunga durata il tasso variabile è più conveniente del tasso fisso, come per il mutuo trentennale.
Vanno però considerate anche la disponibilità economica del mutuatario nonché la sua propensione al rischio: nei primi anni di ammortamento la quota interessi da rimborsare prevale decisamente sulla quota capitale, quindi un tasso variabile in eventuale aumento potrebbe far salire significativamente l’importo delle rate da pagare, aspetto da non sottovalutare.
I consulenti del credito di Telemutuo hanno steso alcune linee guida per spiegare le principali differenze tra il tasso fisso e quello variabile, che tra l’altro non sono gli unici esistenti: esistono infatti anche altre tipologie di tasso che si possono considerare, tenendo sempre conto dell’andamento in tempo reale dei tassi.
Se stai pensando di chiedere un finanziamento per l’acquisto della casa, comunque, il consiglio principale che possiamo darti è quello di cominciare a fare delle prove tu stesso, utilizzando i simulatori online di Telemutuo, in particolare quello di calcolo rata mutuo e quello di calcolo debito residuo del mutuo.
Una volta effettuata la scelta migliore, se le condizioni iniziali dovessero cambiare, potrai comunque chiedere una rinegoziazione del mutuo oppure una surroga.