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Swap: cosa sono e perché sono importanti per il mutuo

Swap: cosa sono e perché sono importanti per il mutuo

Con il termine swap si indica un particolare tipo di strumento finanziario, che consiste di fatto in un un accordo di scambio tra due parti. Non a caso il verbo inglese “to swap” in italiano significa “scambiare”. 

Ma cosa sono esattamente gli swap e perché sono importanti per il mutuo, in particolare quando si parla di Irs, il parametro di indicizzazione dei mutui a tasso fisso?

Cos’è lo swap

Innanzitutto lo swap appartiene alla famiglia dei derivati, strumenti finanziari il cui valore deriva, cioè dipende, da quello di un determinato bene, chiamato “sottostante”.

Lo swap è un contratto con cui due parti, solitamente una banca ed un investitore, stabiliscono che, al termine di un preciso periodo di tempo e secondo modalità già determinate, si scambieranno un flusso di denaro

Gli swap non sono negoziati sui mercati regolamentati, ma vengono di volta in volta stipulati mediante accordi bilaterali tra le parti interessate, per questo si parla di mercato over the counter (OTC) o mercato fuori borsa. E’ quindi importante sottolineare come la formazione di questi accordi debba essere fondata su lealtà, correttezza e trasparenza, principi che dovrebbero essere sempre presenti in uno scambio, ma in questo contesto, caratterizzato da una maggiore rischiosità, lo devono essere ancor di più, con particolare riguardo agli obblighi informativi che devono essere adempiuti dalle parti. 

A cosa serve lo swap

Lo swap è stipulato dai suoi contraenti per raggiungere una precisa finalità. Nello specifico, la sottoscrizione di questo strumento derivato viene realizzata per tre diversi motivi:

  • copertura del rischio;

  • speculazione;

  • arbitraggio.

Nel primo caso, il contratto viene siglato con l’obiettivo di proteggersi da un rischio o, quantomeno, per mitigare quanto più possibile i suoi effetti: è ciò che accade con le banche, che, come vedremo in seguito, stipulano gli Interest Rate Swap per tutelarsi dalle eccessive oscillazioni del costo del denaro sui mercati, trasferendo gli effetti della variabilità a soggetti terzi. 

Nel secondo caso l’intermediario finanziario si avvale dello swap a scopo speculativo, ovvero per realizzare un guadagno dallo scambio, seguendo un comportamento votato alla ricerca del rischio.

Infine, anche nell’arbitraggio l’obiettivo è quello del profitto, tuttavia questo viene conseguito in maniera diversa, ovvero attraverso una prima operazione di acquisto di un prodotto finanziario, seguita dalla successiva rivendita su un mercato diverso da quello dell’iniziale compravendita.

Come valutare uno swap

Nella valutazione dello swap ricoprono un ruolo importante gli obblighi informativi. Infatti, tra i compiti che la normativa europea Mifid richiede agli intermediari finanziari vi è la corretta e trasparente informazione nei confronti dell’investitore.

Questo si traduce nel dovere da un lato di condurre un'attenta analisi del profilo del soggetto interessato all'acquisto del derivato, dall’altro di fornire un’accurata descrizione di tutte le caratteristiche dello strumento.
L’obiettivo deve essere quello di realizzare una compravendita che sia affine alle esigenze del cliente, consentendogli così di comprare uno swap il più possibile adatto alla sua situazione.

Non solo: oltre all’importanza di individuare un prodotto che sia in linea con il proprio profilo di rischio e con i propri obiettivi, una volta sottoscritto lo swap, è bene per il cliente monitorarne l’andamento periodicamente, così da capire in tempi utili se si è allineati con lo scopo che si intende raggiungere oppure se è il caso di rinegoziare il contratto di swap. 

Come funziona lo swap

Riassumendo, lo swap è un accordo che viene sottoscritto da due parti, attraverso un intermediario finanziario, attraverso cui i soggetti coinvolti, come banche, società di credito ed imprese, si prefiggono di scambiarsi in futuro somme di denaro o, come avviene poi di fatto, solo la differenza tra queste ultime: l’elemento fondante di questa contrattazione derivata è il sottostante, ovvero l’oggetto del contratto, che può essere costituito da tassi d’interesse, valute, beni fisici o titoli azionari.

Per capire bene come funziona uno swap, prendiamo il caso di un soggetto A, ad esempio un’azienda, che ha acceso un prestito a tasso variabile con Euribor a 3 mesi in un momento in cui i tassi erano bassi e quindi la scelta risultava conveniente. Se dopo un po’ di tempo i tassi cominciano ad aumentare, A può proteggersi dall’eccessivo incremento della rata del finanziamento stipulando un Interest Swap Rate con un soggetto B, o intermediario, disposto ad accollarsi il rischio nell'ambito di un intento speculativo: A paga a B un tasso fisso, mentre B si fa carico di pagare il valore del tasso variabile (o meglio, la differenza) alle scadenze prefissate.
Ora, se alla fine del periodo di tempo prestabilito, il tasso variabile sarà superiore al tasso fisso concordato, A riceverà dall’intermediario un flusso monetario a compensazione, se invece il tasso variabile è inferiore a quello fisso, allora è l’intermediario a ricevere la differenza.
In questo modo, il soggetto A ha praticamente trasformato il proprio mutuo a tasso variabile in un mutuo a tasso fisso dato che si ritrova di fatto a pagare solo la quota fissa dello swap (solo per il periodo di durata dell’accordo).   

La stessa soluzione è applicata dalla banca che vuole tutelarsi quando concede mutui a tasso fisso ai clienti: questo tipo di prestito rappresenta infatti un rischio per l’istituto di credito, che è tenuto a garantire sempre lo stesso tasso d’interesse concordato con i mutuatari, anche quando il costo del denaro che la banca a sua volta acquista sul mercato è in crescita, come accade quando il tasso BCE viene alzato dalla Banca Centrale Europea. 
Ciò può comportare delle perdite, causate da importi delle rate dei mutui non sufficienti a coprire i costi sostenuti dall’istituto bancario per l’acquisto del denaro. Per tutelarsi da questo rischio, allora, la banca stipula uno swap con un intermediario, trasferendo a questo soggetto terzo l’incognita della variabilità.
Al centro del contratto c’è una somma di denaro prestabilita, il cosiddetto "capitale nozionale", che serve come base per fare i calcoli dei flussi. La somma che la banca deve all’intermediario è calcolata applicando un tasso di interesse fisso, viceversa la somma che l’intermediario deve pagare è calcolata applicando un tasso di interesse variabile. 

Tipologie principali di swap

A seconda del sottostante su cui si basano, esistono 4 diverse tipologie di contratti swap:

  • interest rate swap, quando l’elemento in base al quale si struttura lo scambio monetario è rappresentato dai tassi di interesse: è il tipo più comune e più semplice di swap;

  • currency swap: l’elemento fondante sono le valute;

  • commodity swap: riguarda le merci, quindi i beni fisici;

  • equity swap: ha per base le azioni.

 

Interest rate swap

Gli interest swap rate, o swap di tassi d'interesse, sono swap che hanno come sottostante i tassi d’interesse e, come anticipato, sono il meccanismo con cui le banche si tutelano quando concedono ai clienti un mutuo a tasso fisso. Se si dovesse verificare una crescita dei tassi e il costo del denaro che la banca prende a sua volta in prestito superasse il valore della rata che i clienti le devono pagare, l’istituto bancario rischierebbe eccessive perdite: per questo si mette al riparo ricorrendo agli swap.

Non solo. Proprio in base al tasso a cui si concludono tali accordi di scambio, la European Banking Federation calcola giornalmente l’Irs o Eurirs, che è l’acronimo di Interest Rate Swap (Euro Interest Rate Swap nel caso di Eurirs) ed indica il tasso di interesse medio al quale gli istituti di credito europei stipulano gli swap.
Con il termine “interest rate swap”, quindi, si indica sia una specifica tipologia di swap sia l’indice Irs da cui poi dipende il valore del tasso d’interesse dei mutui a tasso fisso.

Currency swap

Anche nel caso del currency swap, ovvero lo swap valute, i due soggetti coinvolti stipulano un contratto che prevede la promessa di un flusso monetario in base all’andamento dei tassi di interesse, che per l’occasione possono essere entrambi fissi o variabili, oppure alternati.

Tuttavia, l’aspetto interessante di questo accordo è che viene sottoscritto in due valute diverse: infatti, sia gli interessi sia il capitale sul quale essi vengono calcolati (capitale nozionale) sono in valute differenti.

Si tratta di una tipologia di swap che può prevedere sia uno scopo di copertura sia speculativo, circostanza che sfrutta il diverso valore dei tassi di cambio.

Commodity swap

Il commodity swap si differenzia dalle altre tipologie per due motivi: il primo è che, anziché prevedere un capitale monetario come base di calcolo, si basa su beni fisici, come ad esempio le materie prime.
Il secondo è che qui non ci sono i tassi di interesse sulla cui differenza si determina il flusso da pagare all’altra parte, bensì i prezzi del prodotto.
Tuttavia, anche in questo caso, i prezzi, come gli interessi, possono essere fissi o variabili e dalla loro differenza si stabilisce lo scambio di denaro in favore del concorrente.

Equity swap 

L’equity swap prevede la seguente struttura di scambio: a fronte del pagamento a suo favore di un tasso di interesse variabile su un capitale predeterminato, la controparte risponde con un pagamento relativo all’andamento di un indice di Borsa o di un titolo.

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