Il piano di ammortamento americano, detto anche a due tassi, nasce da un metodo alquanto diverso dagli altri poiché coinvolge due operazioni, una di finanziamento e l'altra di investimento.
La rata viene così scissa in due parti. La prima destinata a sostenere il costo degli interessi del prestito, il cui debito rimane invariato per tutto il tempo. L'altra indirizzata ad un piano di accumulo retribuito ad un tasso differente, di solito inferiore.
L'obiettivo è che al termine dell'operazione le somme capitalizzate nell'ambito dell'investimento, denominate "fondo di ammortamento", diano origine ad un importo pari al debito contratto, che potrà così essere estinto.
Vediamo allora di esaminare distintamente le due attività. Il piano finanziario è molto semplice perché è rappresentato da un debito costante che produce una spesa in interessi perfettamente stabile (salvo variazioni di tasso).
Considerando un mutuo di 50.000 Euro al 6% fisso da rimborsare in 10 rate semestrali gli interessi ammonteranno al 3% semestrale, ovvero 1.500 Euro ad ogni scadenza:
N° rata | Quota Interessi |
0 | - |
1 | 1.500,00 |
2 | 1.500,00 |
3 | 1.500,00 |
4 | 1.500,00 |
5 | 1.500,00 |
6 | 1.500,00 |
7 | 1.500,00 |
8 | 1.500,00 |
9 | 1.500,00 |
10 | 1.500,00 |
A titolo complementare consideriamo ora un piano di accumulo al tasso del 5% fisso. Il pagamento periodico andrà definito considerando la necessità di conseguire alla fine un capitale pari all'importo del finanziamento, in questo caso di 50.000 Euro. Esso potrà essere ricavato con la seguente formula:
Dove:
Per continuare con l'esempio soprastante dovremo indicare un capitale di 50.000 Euro, un tasso annuo del 5%, la durata di 5 anni ed il frazionamento semestrale che corrisponde a 2 periodi annui. Si otterrà così l'importo del pagamento periodico di 4.462,94 Euro.
Inserendolo nel piano di accumulo si potrà calcolare per ogni riga:
Il piano di accumulo del nostro esempio avrà dunque il seguente aspetto:
N° rata | Capitale versato | Fondo pre pagamento | Interessi del periodo | Totale accumulo |
1 | 4.462,94 | 0,00 | 0,00 | 4.462,94 |
2 | 4.462,94 | 4.462,94 | 112,00 | 9.037,45 |
3 | 4.462,94 | 9.037,45 | 226,00 | 13.726,32 |
4 | 4.462,94 | 13.726,32 | 343,00 | 18.532,42 |
5 | 4.462,94 | 18.532,42 | 463,00 | 23.458,67 |
6 | 4.462,94 | 23.458,67 | 586,00 | 28.508,07 |
7 | 4.462,94 | 28.508,07 | 713,00 | 33.683,71 |
8 | 4.462,94 | 33.683,71 | 842,00 | 38.988,75 |
9 | 4.462,94 | 38.988,75 | 975,00 | 44.426,40 |
10 | 4.462,94 | 44.426,40 | 1.111,00 | 50.000,00 |
Per ottenere l'ammontare dell'esborso complessivo bisognerà quindi sommare le quote destinate ai due piani, ovvero: 1.500 (spesa interessi finanziamento) + 4.462,94 (quota del piano di accumulo) = 5.962,94.
Una valida applicazione di questo genere di soluzione riguarda l'abbinamento di un mutuo ipotecario e di una polizza vita ad accumulo del capitale.
In questo modo si otterrà un effetto estremamente amplificato della detraibilità fiscale.
Il mutuo esplicherà un costo in interessi circa doppio a causa dell'esposizione dell'intero capitale per tutta la durata. E i versamenti sulla polizza vita saranno anch'essi detraibili accrescendo il vantaggio fiscale.
La geniale soluzione è stata a suo tempo studiata e proposta da alcune banche, ma in Italia ha avuto poca fortuna.
I limiti sempre più restrittivi introdotti dal fisco in merito alla detraibilità unitamente ad una modalità troppo complessa per essere compresa con facilità dal grande pubblico, ha decretato il tramonto di una formula che avrebbe potuto altrimenti rivelarsi molto efficace.