Curiosamente il concetto di abitazione principale cambia per il fisco secondo il contesto di applicazione.
Quando si tratta di mutui il criterio stabilisce che è abitazione principale quella in cui il contribuente dimora abitualmente.
Dal 2001 tale definizione è stata ampliata, nel senso che ora si intende per abitazione principale anche quella adibita a dimora abituale di un suo familiare.
E' considerato "familiare" il coniuge (anche separato, ma non divorziato), i parenti entro il terzo grado e gli affini (cioè i parenti del coniuge) entro il secondo grado.
Non si possono avere più abitazioni principali nello stesso momento. Inoltre, il concetto di abitazione principale deve essere sempre riferito a chi invoca le detrazioni.
ESEMPIO: un genitore cede l'uso della propria abitazione principale al figlio, andando ad abitare in un'altra casa di proprietà. Quest'ultimo immobile è quello che diventa l'abitazione principale ai fini della detrazione fiscale.
Se invece il genitore va ad abitare in una casa in affitto, l'immobile occupato dal figlio non perde la qualifica di abitazione principale ed il genitore conserva il diritto alla detrazione degli interessi passivi del mutuo gravante su di essa.
L'abitazione principale coincide generalmente con la residenza anagrafica. Tuttavia, è ammessa l'autocertificazione di una dimora abituale differente.
L'unità viene considerata abitazione principale anche in caso di ricovero in casa di cura, sempre che nel frattempo non venga locata.
Va infine citata l'eccezione valida per il personale delle Forze armate e delle Forze di Polizia, ad ordinamento sia militare sia civile. Nel loro caso il requisito della dimora abituale non è richiesto purché l'immobile costituisca l'unica abitazione di proprietà.
Argomenti correlati: