Le ipoteche non sono eterne. Col tempo scadono o, per usare il temine appropriato, si prescrivono.
L'iscrizione della formalità conserva il suo effetto per venti anni. Oltre tale scadenza invece lo perderà interamente.
In realtà l'ipoteca resterà ancora annotata nei registri, ma risultando prescritta non verrà più presa in considerazione, in quanto inutilizzabile da chiunque. Così che l'immobile verrà comunque ritenuto libero dal vincolo.
Se alla fine del ventennio il debito collegato sussistesse ancora, come accade nel caso dei mutui di durata più lunga, la banca avrà la facoltà di rinnovare l'ipoteca.
Purché la richiesta di rinnovo sia inoltrata prima della fine del ventesimo anno dall'iscrizione, l'ipoteca manterrà il grado attribuito all'origine.
La rinnovazione non richiede il notaio, ma è comunque gravata da spese. Dopo averle sostenute la banca ne richiederà il rimborso al debitore. Il loro ammontare massimo può essere individuato fin dall'inizio tra i costi specificati nel foglio informativo del mutuo.